GIORNATA 5 – Eddaje!

(All Reds – Smit Roma Centro)

Con la prima striscia negativa della stagione sul groppone, la squadra dei Tutti Rossi torna sul luogo del delitto, il parquet del St. Charles che mai e poi mai, in questa stagione, ha visto la squadra di casa prevalere. Ma stavolta, ci si dice, sarà tutto diverso. Chiarimenti sono arrivati, cambi di rotta sono stati promessi, allenamenti sono stati svolti (una volta tanto, con grande partecipazione anche nel fine settimana).

Ranghi nutriti (11 a disposizione) malgrado la concomitanza con la partita della Roma a Firenze, e questo è già un successo. Negli occhi della squadra, fin dal riscaldamento, si vedono la determinazione, la grinta, la certezza di… 20 A 4 (per gli altri)?! VENTI A QUATTRO?! NEL PRIMO QUARTO?!

Sì.

Lunghi che si affacciano sotto canestro e tiri che escono, terzi tempi sbagliati, palle perse. Sirena. Musi lunghi in panchina. «Che sta a fa’ la Roma?». Questa maledizione casalinga che non se ne va.

Epperò.

Niente galli in panchina, solo orecchie pronte ad ascoltare e gambe che girano. Soprattutto, però, stavolta c’è un Caciara in versione Cinque Stelle che a Grillo dovrebbe fargli causa per plagio. Davvero, gli mancava solo il mantello. Rimessa avversaria. Recupero. Canestro. Rimessa avversaria. Recupero. Canestro. Rimessa avversaria e passaggio. Recupero. Canestro. Azione avversaria. Rimbalzo lungo. Contropiede. Assist. E va avanti così per un po’, finché, non si sa come (anzi sì, se sa: Lore’, sei un grande!), le maglie rosse si trovano durante un time out a festeggiare il primo vantaggio della serata. Daje Rossi Daje!

Sarebbe però riduttivo limitare i meriti di una serata magica al solo Caciara. C’è un Camillo in versione Sabonis che smista palloni con una poesia che Dante in confronto sembra il Dogo Club. E c’è un Eugenio che, una volta capito che anche stasera l’impari confronto tra lui e il canestro verrà vinto dall’odioso (reazionario) cerchio di metallo, segue la via italiana alla doppia doppia, puntando su rimbalzi e recuperi. C’è Lucone che è come l’Inghilterra in “V per Vendetta”: domina. C’è la chioma di Andrea che lascia indietro il vento e le preoccupazioni, mentre accompagna il suo padrone a canestro. C’è il solito, immenso Scolozzi, che a me ricorda sempre più il mitico Gabini, tutto cuore e cazzotti (inventato per l’occasione il recupero alla Bud Spencer). C’è Dario che quando entra in campo ha la foga di… come spiegarlo… diciamo di un maniaco liberato in una spiaggia naturista con l’avvertimento: «Guarda che tra mezz’ora torni in gabbia». Ed è un enorme complimento. Veramente, non ce n’è uno che non meriterebbe una di queste frasette idiote (tranne me, forse, ma mi rifaccio con la cronaca), ma mi fermo per non essere prolisso – e soprattutto perché non me ne vengono in mente altre (anzi, sì: c’è Nico che per un attimo gli vorresti sparare, ma pesca un canestro che manco Tony Parker. Ok, adesso ho finito).

Sì, è vero, la classifica non è proprio lusinghiera (terzo posto, ma con due partite in più delle inseguitrici che hanno anche gli scontri diretti a proprio favore: playoff difficili, anche se non impossibili). Certo, se fossimo stati davvero tanto forti il punteggio sarebbe stato più roboante, e magari anche nelle partite scorse avremmo fatto più punti.

Ma stasera… Cacchio, stasera se fomentamo. E il roster dei Rossi, per quanto mi riguarda, stasera è stato: Sabonis, Parker, Robinson, P. Gasol, M. Gasol, Bryant, Rondo, Jordan, Gabini, Hannibal Lecter e Matteo. Alcuni li ho detti, gli altri ci si riconoscano come credono.

E certe sere, anche se sei Matteo, in mezzo a una squadra così un po’ fico ti ci senti pure tu.

Ps: Sfanculata la maledizione del St. Charles. E ha pure vinto la Roma. Daje!

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